Si definisce sindrome di Tietze un disturbo infiammatorio a carico delle cartilagini presenti a livello costale e tra le articolazioni che uniscono le costole allo sterno e lo sterno alla clavicola, determinando nel soggetto delle caratteristiche manifestazioni quali: dolore, gonfiore, indolenzimento del tessuto cartilagineo colpito. Di fatto i sintomi caratteristici della sindrome di Tietze sono essenzialmente tre: dolore acuto o graduale, senso d’intorpidimento e gonfiore palpabile, dei disturbi che si localizzano dove la flogosi della cartilagine si attiva. Questa problematica di tipo infiammatoria tende ad interessare uno specifico distretto anatomico compreso tra la seconda e la terza costola detta cartilagine costocondrale, vengono colpiti dalla sindrome sia gli uomini che le donne di età inferiore ai 40 anni. In ambito clinico è necessario porre una preliminare distinzione tra la sindrome di Tietze e la costocondrite che è una problematica infiammatoria più diffusa che non presenta gonfiore, inoltre la costocondrite ha un’eziologia più conosciuta visto che è determinata da diversi fattori quali: un’infezione batterica, un forte trauma al petto, uno sforzo fisico eccessivo, un tumore, casi di artrite reumatoide oppure di osteoartrite, ma anche di spondilite anchilosante o di scoliosi; invece nel caso della sindrome di Tietze la causa precisa non è conosciuta, i ricercatori non sono ancora riusciti a dimostrare quale sia la causa scatenante di questa problematica.
La diagnosi della sindrome di Tietze richiede un esame obiettivo accurato, partendo da un’attenta anamnesi del paziente, spesso è opportuno formulare una diagnosi differenziale con altri disturbi che presentano dei sintomi simili, in questo caso il medico sottopone il soggetto a delle analisi più approfondite che possono prevedere le seguenti indagini: l’esecuzione di un elettrocardiogramma, la radiografia del torace, la risonanza magnetica nucleare. Anche se la sindrome di Tietze non è un disturbo particolarmente grave deve essere trattato in modo corretto, per evitare che la problematica diventi una malattia cronica, un’evenienza possibile in questo modo l’infiammazione tende a ripresentarsi senza una ragione precisa, influenzando negativamente la qualità della vita dei pazienti.
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