Ricerche in corso per sconfiggere il tumore al colon

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Ricerche attuali contro il tumore del colon

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La medicina fa passi da gigante nelle ricerche indirizzate alla sconfitta definitiva del tumore al colon. In particolare si studia per bloccarla in tempo, evitando che progredisca irrimediabilmente. Il tumore al colon è purtroppo molto diffuso tre le persone di età compresa tra i 40 ed i 70 anni ma, colto in tempo, può essere efficacemente combattuto. Attualmente le ultime ricerche, a firma italiana, hanno incentrato la loro attenzione sull’ossido di azoto, fautore di
un rallentamento importante della crescita tumorale in sede rettale.

Spiegazione delle ultime ricerche

Le recenti ricerche italiane dedicate alla battaglia contro il
tumore al colon hanno preso in esame il comportamento a
dir poco controverso dell’ossido di azoto: tale molecola
sarebbe in grado di rallentare o bloccare la crescita del
tumore al colon, ma allo stesso tempo ne è fautore, infatti le
cellule malate che danno vita alla patologia generano una
quantità elevatissima di ossido di azoto. A questo punto
come potrebbe essere fermata la malattia puntando proprio
sull’elemento che la favorisce? Molto semplice, inibendone
la crescita all’origine e dunque andando a rallentare la
formazione cancerogena. Ovviamente le ricerche in
questione sottolineano quanto sia fondamentale individuare
le cellule staminali tumorali presenti nell’organismo umano
nel momento in cui si genera un tumore al colon. Maggiore è
la conoscenza dettagliata delle stesse migliori e più efficaci
risulteranno essere gli approcci medici alle diverse
problematiche. Nel caso specifico del cancro al colon,
l’ossido di azoto nasce mediante l’enzima INOS che, se
presente in alte concentrazioni velocizza la trasformazione
delle cellule sane in cellule malate. Questo pericoloso ruolo
dell’INOS deriva soprattutto dalla sua natura di mediatore
dell’infiammazione, dettaglio che rende chiaro come da una
comune patologia infiammatoria possa generarsi un tumore.
Ma se si riuscisse a monitorare l’attività dell’INOS prima che
essa divenga rischiosa per il benessere dell’organismo,
praticamente si avrebbe in mano una possibile soluzione
definitiva per il cancro al colon, a partire dallo sfruttamento
costruttivo delle cellule staminali benigne.