Quanto tempo dura il dolore del colon irritabile?

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sindrome del colon irritatoCome più volte sottolineato all’interno dei nostri articoli, la sindrome del colon irritato è un disturbo debilitante che può causare molti problemi secondari alla nostra vita quotidiana. Per questo, anche in questo approfondimento marcheremo l’importanza dell’azione di diagnosi del problema. Dando la giusta attenzione alla fase d’analisi, si potrà valutare con maggiore attendibilità il corretto approccio medico al problema ed evitare di di perdere tempo prezioso in sterili cure dai risultati incerti.

I malesseri più frequenti per chi soffre di SCI

Come per ogni disturbo dell’organismo, i tratti principali che caratterizzano lo sviluppo del colon irritabile e i tempi di guarigione sono molto soggettivi, perché dipendono da fattori genetici, attitudinali, ma a volte persino sociali, possiamo isolare alcuni sintomi comuni, che accompagnano il soggetto con male al colon e tratto finale dell’intestino.

Dolori addominali. Affliggono l’individuo malato sin dalle prime fasi in cui si sviluppa questo intestinale. L’intensità dei crampi alla pancia possono variare a seconda di alcuni aspetti come:

  • predisposizione del soggetto a mal di stomaco
  • qualità congenite nel resistere a fonti di dolore
  • grado di intolleranza a determinati cibi ingeriti

Il malessere associato a traumi nella zona dell’addome può durare anche molti anni se non si comprende da subito la ragione di questa sofferenza. Delicati massaggi sul ventre e un’analisi specialistica comprendente test alimentari può ridurre i tempi di cura radicalmente e portare il soggetto a un sollievo immediato e persistente. Quando il trauma addominale non vuole attenuarsi, si consiglia un approccio terapico alla cura del colon, comprendente sedute di agopuntura.
Modifiche radicali nella digestione. L’irritazione del condotto del colon porta spesso con sé conseguenze come il cambio dei ritmi di evacuazione. I sospetti che si tratti di costipazione o al contrario di diarrea vengono di fatto disillusi quando ci si accorge che avviene una perfetta alternanza dei fenomeni. Accade così che tra i sintomi più comuni tra i malati di SCI vi sia una modifica delle abitudini nell’andare in bagno, chiaro segnale di un malfunzionamento a livello intestinale. Per combattere questa tendenza si consiglia di ricorrere a rimedi naturali anti colite. L’ausilio di farmaci o antibiotici dovrebbe avvenire soltanto quando si verificano determinate condizioni:

  • quando la stitichezza si protrae oltre 10 giorni
  • quando le scariche di dissenteria continuano per un tempo maggiore di 10 giorni
  • quando bruciori anali e nausea rendono impossibile anche il regolare riposo del paziente

Una dieta probiotica, frutto di un’attenta diagnosi del regime alimentare pregresso del soggetto, finalizzato ad escludere dai pasti qualsiasi cibo in grado di generare irritazione alle mucose intestinali. A questo scopo, la collaborazione tra il paziente sofferente al colon e il dottore dovrà essere stretta dovrà durare nel tempo. Specifiche applicazioni smartphone (Aliment List Intolleranza su tutte) faciliteranno la compilazione di un elenco di “cibi buoni” ed “alimenti che fanno male” e quindi potranno accorciare in maniera consistente i tempi di guarigione ed il ripristino di un’evacuazione regolare. La cacarella è solo una delle facce del colon irritabile, ma sarebbe un errore sottovalutarla o, ancora peggio, cercare di contrastarla senza la minima conoscenza dei principi nutritivi e degli elementi sintetici contenuti nei pasti di cui ci nutriamo quotidianamente.

Alterazioni causate da ormoni. Questo aspetto rientra nella sintomatologia tipica della donna che soffre di colon infiammato ed è solitamente connesso con specifiche variabili. L’aspetto più evidente di questo tipo di sintomi è l’emergere di un periodo di ovulazione ampiamente variabile. Parliamo di un ciclo mestruale che può tardare o al contrario anticipare i suoi tempi anche del 35%, rispetto ad un periodo “regolare”. Le conseguenze a livello di umore sono ben note nell’ambito femminile, tanto da essere oggetto di puerili denigrazioni da parte di “ometti” poco rispettosi del gentil sesso e sicuramente ignoranti difronte ai problemi che possono derivare da un cambio temporale delle mestruazioni. Cambi ormonali quindi possono favorire un’implicazione psicologica del disturbo del colon irritabile nelle donne ed essere fonte di dolori “emotivi” a volte più duri da risolvere rispetto quelli di natura fisica, come ad esempio nel caso di spasmi addominali. Il contributo degli ormoni è essenziale nella logica del corpo umano, influendo direttamente su frequenza cardiaca, produzione di latte in gravidanza e digestione. In caso di particolare irritabilità del colon può manifestarsi tanto una iperfunzione che un ipofunzione, che contraddistinguono un eccesso o al contrario una riduzione dell’attività ormonale. Per una ragazza è ancora più difficile da sopportare un cambio ormonale perché spesso si trova a dover combattere con altre spiacevoli conseguenze come:

  • acne
  • ingrassamento
  • importanti sbalzi di umore
  • coliche associate a mestruazioni dolorosissime

Facile intuire come le ripercussioni emotive di questo sintomo possano complicare ulteriormente di una donna afflitta da un colon ipersensibile. Ancora una volta sarà una particolare dieta ricca di antiossidanti a migliorare lo stato di salute delle fanciulle colpite da questo disturbo. Per riequilibrare il livello di ormoni nell’organismo si dovrà assumere ingenti quantità di vitamina B, calcio e omega 3. Con un’adeguata dieta, considerando anche i tempi di studio dei fattori che causano questo disturbo fisico si potrà risolvere un’alterazione ormonale con tempistiche ragionevoli, anche inferiori ai 5 mesi. L’importante, come spesso in questi casi, sarà agire in tempo e con risoluzione.

Tempi di guarigione dei dolori al colon

A seconda dei sintomi della sindrome del colon irritabile (irritable bowel syndrome), si è visto come la velocità di guarire da questo male può variare notevolmente. In ogni caso, a parte che nelle situazioni più acute di colite cronica, va specificato come la cura del colon, intesa come aumento della sopportabilità del dolore e ripresa regolare della propria vita lavorativa e sociale è sempre possibile. Potranno variare i tempi, a seconda del grado di infiammazione e della forza di volontà del soggetto. Un organismo attivo e mantenuto allenato grazie ad attività ginnica può mostrare un livello di dopamina maggiore e quindi maggiormente in grado di curare un disturbo di questo tipo. In linea di massima, stando però alle statistiche diffuse attraverso i principali centri di cura da SCI presenti in Italia, le percentuali di recupero dei soggetti sono piuttosto elevate.

Dopo aver chiesto ad un campione di pazienti di esprimere il proprio grado di soddisfazione rispetto al trattamento a cui sono stati sottoposti, valutando con un punteggio da 1 a 3 a seconda della compatibilità del proprio giudizio rispetto alla domanda posta, sono emersi dati assolutamente importanti.

Quando è stato chiesto ai pazienti dei centri di cura per il colon se avessero risolto i dolori addominali nei primi 3 mesi di terapia, oltre il 70% dei pazienti ha risposto con un punteggio di 3.

La percentuale diminuiva al 30% quando il parametro temporale di riferimento veniva fissato a 60 giorni.

Alla domanda: “Ritenete di aver superato le alterazioni del metabolismo che hanno caratterizzato la vostra malattia nei primi 3 mesi?”, oltre l’80% rispondeva con un punteggio 3.

Sulla problematica della modifica ormonale il numero dei pazienti che considerava superato in maniera definitiva l’infiammazione rettale diminuiva drasticamente, segno di un sintomo del colon irritabile molto più delicato da affrontare. I bruciori al colon più ostinati necessitano quindi tempi di trattamento più lunghi che, stando a questa analisi, si aggirano attorno ai 6 mesi di cura.

Un problema in più per le donne, soprattutto quando a complicare la situazione di salute intervengono aggravanti come cistiti e moniliasi, da sempre fastidiosissime compagne di vita del mondo delle donne.

La malattia che confonde

Molto spesso, a causa della particolare zona colpita o in virtù di una sintomatologia molto simile è proprio l’infezione delle basse vie urinarie ad essere confusa con la nota infiammazione del colon, oggetto di questo articolo. Uretrite e cistite quindi, soprattutto quando la paziente è abituata a convivere con questo malessere possono essere l’inizio di un grosso fraintendimento che rischia di mettere in difficoltà il nostro organismo. La flogosi della vescica non è altro che un’infiammazione molto dolorosa, associata a questa continua sensazione di dover fare pipì. Sono solitamente i farmaci a rovinare la flora batterica vaginale e creare le premesse per un disturbo di questo tipo o la frequenza dei rapporti sessuali che se prolungati nel tempo e caratterizzati da una certa veemenza, facilitano l’emergere di infezioni, a seguito di agenti esterni, immessi nella vagina, durante l’atto sessuale. Occhio quindi a localizzare con più attenzione la fonte del bruciore ed approfondire la fase di analisi del disturbo. Scambiare i sintomi del colon irritabile per una irritazione alla vescica può non solo allungare i tempi di recupero, ma anche indurre il soggetto colpito all’utilizzo di farmaci errati.