• Sindrome di Tietze di cosa si tratta

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    Sindrome di Tietze di cosa si tratta

    Si definisce sindrome di Tietze un disturbo infiammatorio a carico delle cartilagini presenti a livello costale e tra le articolazioni che uniscono le costole allo sterno e lo sterno alla clavicola, determinando nel soggetto delle caratteristiche manifestazioni quali: dolore, gonfiore, indolenzimento del tessuto cartilagineo colpito. Di fatto i sintomi caratteristici della sindrome di Tietze sono essenzialmente tre: dolore acuto o graduale, senso d’intorpidimento e gonfiore palpabile, dei disturbi che si localizzano dove la flogosi della cartilagine si attiva. Questa problematica di tipo infiammatoria tende ad interessare uno specifico distretto anatomico compreso tra la seconda e la terza costola detta cartilagine costocondrale, vengono colpiti dalla sindrome sia gli uomini che le donne di età inferiore ai 40 anni. In ambito clinico è necessario porre una preliminare distinzione tra la sindrome di Tietze e la costocondrite che è una problematica infiammatoria più diffusa che non presenta gonfiore, inoltre la costocondrite ha un’eziologia più conosciuta visto che è determinata da diversi fattori quali: un’infezione batterica, un forte trauma al petto, uno sforzo fisico eccessivo, un tumore, casi di artrite reumatoide oppure di osteoartrite, ma anche di spondilite anchilosante o di scoliosi; invece nel caso della sindrome di Tietze la causa precisa non è conosciuta, i ricercatori non sono ancora riusciti a dimostrare quale sia la causa scatenante di questa problematica. Continue reading

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  • Emicolectomia quando si esegue

    Emicolectomia quando si esegue

    L’intervento chirurgico di asportazione di una metà, destra o sinistra, del colon identifica la procedura dell’emicolectomia, che viene eseguita in presenza di condizioni patologiche di entità severa quali: tumori maligni, diverticolosi, poliposi estese, gravi invaginazioni, infarti mesocolici, coliti ulcerative che non trovano nelle terapie mediche una fonte di miglioramento. Nel caso di emicolectomia sinistra si interviene asportando parte del colon trasverso, dell’angolo colico sinistro, del colon discendente e sigma, quando si esegue questo intervento si eseguono 4-5 incisioni da 0.5-1 cm ed una piccola incisione sovrapubica di circa 4 cm, per ripristinare la continuità intestinale viene ripristinata effettuando una anastomosi tra colon ed il retto residuo. Dopo l’intervento, il paziente va incontro ad un recupero alquanto veloce, in alcuni casi si possono verificare delle complicanze da risolvere adeguatamente. Questo intervento è previsto per la risoluzione di patologie del colon traverso distale, oppure in caso di flessura splenica e del colon sinistro fino alla giunzione retto-sigmoidea, l’operazione viene eseguita anche in caso di patologia tumorale. Dopo la resezione, la continuità del tubo digerente viene ripristinata riunendo i due tratti intestinali ossia l’anastomosi ileo-colica e la parte colo-rettale, in alcuni casi si prepara uno sbocco artificiale sulla parete dell’addome per poi procedere a ricostruire successivamente l’intestino; la continuità intestinale viene ripristinata tramite anastomosi termino-terminale o latero-terminale sevendosi di una sutura manuale o di una suturatrice meccanica. Continue reading



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  • Colon irritabile Asa foetida

    Colon irritabile Asa foetida

    L’omeopatia rappresenta una strada terapeutica che viene attualmente sempre più frequentemente percorsa per placare il quadro clinico legato a diverse condizioni patologiche in quanto aiuta a ripristinare l’equilibrio fisico e mentale, tra i rimedi omeopatici indicati in caso di sindrome del colon irritabile si suggerisce spesso l’Asa foetida ossia la gomma resina che si estrae dalla radice della Ferula asafoetida, una pianta della famiglia delle Ombrellifere. Il preparato viene prescritto ai soggetti colpiti da una sensazione di costrizione a livello del tratto digestivo, ed in particolare in caso di colon irritabile caratterizzato dalla manifestazione di stipsi prolungata che provoca nel soggetto dolori addominali oppure nel caso in cui al contrario la sindrome si connota in prevalenza per attacchi di diarrea esplosivi. In base ai parametri promossi dall’organotropismo l’Asa foetida presenta una propensione verso tessuti specifici verso i quali sviluppano effetti secondo la legge del simile, per cui il rimedio viene indicato in caso di problematiche nei seguenti distretti anatomici: seno, ossa, colon, stomaco, faringe, esofago. Sulla base poi del cosiddetto tropismo funzionale questo rimedio omeopatico viene suggerito per placare delle specifiche disfunzioni e disturbi come ad esempio spasmi, contrazioni della muscolatura liscia, dolori, ma anche gonfiore, disturbi della peristalsi, infiammazioni delle mucose. Continue reading

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  • Ostruzione del colon

    Ostruzione del colon

    Si definisce occlusione intestinale l’arresto completo e persistente del transito del contenuto intestinale, un’anomalia da imputare a diversi fattori eziologici e che può colpire diversi tratti dell’intestino, per cui può verificarsi un’ostruzione del colon. Questa problematica si palesa in tempi dilatati visto che i sintomi hanno un decorso alquanto gradualmente, in genere la manifestazione più caratteristica è rappresentata da una significativa e prolungata condizione di costipazione che provoca la chiusura dell’alvo ai gas ed alle feci, a questa sintomatologia si associa poi un’evidente distensione addominale; in genere se la valvola ileocecale è continente il paziente non lamenta conati di vomito, se invece si evidenzia reflusso del contenuto colico nell’ileo, può sorgere il vomito. In associazione alla costipazione il soggetto lamenta dei dolori crampiformi a livello dei quadranti inferiori dell’addome. Tra le caratteristiche connesse con l’ostruzione del colon si può in alcuni casi registrare una marcata distensione del tratto a monte con la rottura del ceco, in alcuni casi poi l’ostruzione può essere dovuta ad una neoplasia oppure ad un diverticolo. Rispetto al quadro clinico delle ostruzioni del piccolo intestino, le aderenze non sono tra le cause più frequenti che determinano l’occlusione del colon, anche lo strozzamento è un’evenienza alquanto rara. Continue reading

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  • Idrocolonterapia come e quando si esegue

    Idrocolonterapia come e quando si esegue

    Per lenire i sintomi legati al colon irritabile, alla pancia gonfia oppure la condizione prolungata di stitichezza si può ricorrere ad un trattamento che consente di ripulire il colon come l’idrocolonterapia. La funzionalità del colon può venir gravemente alterata da diversi fattori tra i quali lo stress, le tossine prodotte dall’alimentazione, i rifiuti derivanti dall’inquinamento che finiscono per intasare l’apparato gastrointestinale. I rifiuti e le tossine possono accumularsi a livello intestinale finendo per rappresentare una delle cause principali dell’insorgenza di numerose patologie che possono colpire diversi distretti anatomici quali: le vie digestive, le vie respiratorie, la pelle, il sistema nervoso. L’idrocolonterapia detta anche idrocolon terapia favorisce l’eliminazione delle sostanze di scarto che si sono depositati sulle pareti dell’intestino come ad esempio le cellule epiteliali morte, alcuni residui o parassiti, ma anche tracce di materia fecale ed altre sostanze dannose. Lo scopo finale del trattamento è quello di ripristinare il benessere generale a partire dalla riattivazione della funzionalità intestinale, favorendo la naturale immunità e riequilibrando il processo d’assimilazione ed eliminazione delle scorie. Continue reading

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  • Tè bancha colon irritabile proprietà

    Tè bancha colon irritabile proprietà

    Nonostante venga comunemente consumato in Giappone, il tè bancha non è molto noto in Occidente per questo se ne ignorano le benefiche proprietà della salute, tra cui la sua utilità in caso di problemi digestivi connessi con il quadro clinico del colon irritabile. Si tratta di una qualità di tè caratterizzata da un basso contenuto di teina per cui presenza una ridotta concentrazione di sostanze eccitanti, mentre risulta ricco di sostanze antiossidanti, ferro, calcio e vitamina A. Grazie a questo mix di principi attivi questa bevanda si comporta come un valido alcalinizzante del sangue regolando il pH, non bisogna poi trascurare la sua azione depurativa a livello ematico, l’effetto ipoglicemizzante e le proprietà diuretiche, inoltre è indicato per chi ha problemi di anemia. Sono disponibili due tipi di tè bancha: la qualità hojicha che si ricava dalle foglie grandi di colore bruno per il processo di tostatura, dal gusto che ricorda la nocciola; la qualità kukicha è nota per il suo ampio spettro curativo, questa tipologia si ricava dalla spuntatura dei rametti della pianta vecchia di almeno tre anni, in seguito si esegue la fase di tostatura. Continue reading

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  • Relazione tra gastroenterite e sindrome del colon irritabile

    Relazione tra gastroenterite e sindrome del colon irritabile

    A livello clinico si può verificare in alcuni casi una relazione tra gastroenterite e sindrome del colon irritabile, non raramente infatti i soggetti sani che inizialmente evidenziano la sintomatologia riconducibile alla gastroenterite possono talvolta sviluppare i tipici disagi della sindrome del colon irritabile. Gli esiti di diversi studi hanno spinto i ricercatori ad ipotizzare che la sindrome del colon irritabile potrebbe essere causata da un’infezione batterica a livello dell’apparato digerente, proprio perché è stata evidenziata questa connessione tra gastroenterite e sindrome del colon irritabile, per identificare questo disturbo si è soliti definire questo quadro clinico “sindrome del colon irritabile post-infettiva”. La gastroenterite di origine infettiva, causata comunemente da patogeni quali Salmonella, Shighella, Campylobacter, può essere associata a diversi disturbi intestinali di natura diversa come ad esempio la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, la sindrome del colon irritabile, ma anche l’assunzione di farmaci ed il consumo di alcolici. Continue reading

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  • Colite ulcerosa differenze con il morbo di Crohn

    Colite ulcerosa differenze con il morbo di Crohn

    I sintomi della colite ulcerosa sono simili a quelli presenti nel quadro clinico di altre malattie infiammatorie intestinali per questo è bene evidenziare le differenze con il morbo di Crohn. Va precisato che la colite ulcerosa è un’infiammazione dell’intestino con interessamento degli strati superficiali della mucosa intestinale, la cui genesi parte dalla zona rettale per poi estendersi al colon, mentre il morbo di Crohn può svilupparsi su tutto l’intestino. L’esordio della malattia causa arrossamento della mucosa intestinale associato a sanguinamento, il decorso della patologia si connota invece per la formazione di ulcere che possono assumere dimensioni e diffusione importanti, nei casi più critici la colite ulcerosa può provocare la perdita della funzione neuromuscolare che può persino causare la gangrena e la dilatazione dell’intestino. Se la diagnosi della colite ulcerosa viene formulata tardivamente il disturbo può degenerare in quadri clinici più severi, un’evenienza che può verificarsi anche in caso di morbo di Crohn, tra le complicanze più frequenti ci sono casi di displasia dell’epitelio e stati tumorali. Continue reading

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  • Fiori di Bottlebrush rimedio naturale in caso di colon irritabile

    Fiori di Bottlebrush rimedio naturale in caso di colon irritabile

    La floriterapia suggerisce diverse essenze del catalogo dei fiori di Bach utili per il trattamento di diversi disturbi che alterano lo stato di benessere dell’uomo, in genere i fiori di Bottlebrush rappresentano un valido rimedio naturale in caso di colon irritabile. Si tratta di un rimedio floreale australiano ricavato dalla Callistemon linearis, nello specifico l’essenza si prepara sia con i fiori che con le foglie e viene suggerito per risolvere la sintomatologia connessa con la colite, il colon irritabile oppure se si ha necessità di ripulire le tossine accumulate a livello intestinale, di fatto il preparato attiva un’ azione protettiva e drenante sull’ intestino contrastando l’insorgenza di diverse problematiche quali: gonfiori,  crampi, dolori addominali, coliche. Questo rimedio floreale è efficace anche dal punto di vista psicologico, è considerato infatti il “fiore dei cambiamenti” in quanto permette di superare il passato affrontando le nuove situazioni con il giusto atteggiamento infonde inoltre un senso di maggiore fiducia in se stessi visto che spinge a credere nelle proprie capacità. Per quanto riguarda le proprietà offerte dai rimedi floreali australiani bisogna segnalare le principali caratteristiche possedute che si esplicano in un’azione rapida su mente e corpo. Maggiori notizie su Colon irritabile rimedi floriterapici. Continue reading

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  • Poliposi adenomatosa familiare come si manifesta

    Poliposi adenomatosa familiare: diagnosi

    In ambito clinico si parla di poliposi adenomatosa familiare (FAP) per identificare una malattia ereditaria, autosomica dominante che interessa colon e retto dove compaiono in età giovanile numerosi polipi, si tratta di una vera e propria sindrome visto che si possono registrarsi centinaia o migliaia di adenomi che si irradiano lungo il grosso intestino; si parla specificatamente di sindrome se il soggetto evidenzia almeno 100 adenomi sincroni, se invece i polipi sono meno di 100 la malattia viene classificata come poliposi familiare attenuata (AFAP). Una volta identificata la patologia deve essere trattata in maniera adeguata per scongiurare eventuali complicanze che possono sfociare nello sviluppo di uno o più carcinomi colorettali, una complicanza che tende a verificarsi nella terza o quarta decade di vita, per contrastare la comparsa di lesioni maligne è necessario monitorare il quadro clinico del paziente attraverso la sorveglianza endoscopica, può essere poi necessario un intervento chirurgico; spesso il paziente che non viene trattato in maniera adeguata va incontro alla manifestazione di un carcinoma invasivo. Per identificare la FAP in quanto malattia ereditaria è necessario partire da un’attenta analisi dell’albero genealogico con cui effettuare per tempo una diagnosi tempestiva a cui far seguire un’accurata sorveglianza endoscopica; per identificare prontamente i soggetti a rischio si esamina il gene APC, la cui mutazione è alla base del quadro clinico. Continue reading

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