Il biofilm comporta il ripetersi del colon irritabile
Spesso, nei casi di colon irritabile, nessuna terapia seppur specifica, sortisce effetti gratificanti.Questo perchè l’unico problema è il biofilm. Se una corretta alimentazione non dà risultati, se gli antibiotici sembrano essere acqua fresca, allora tutto è da riportare al biofilm e alla presenza d’infezione di tipo batterico, fungino o parassitario. Quest’ultima si sviluppa proprio a causa della presenza di biofilm e conseguenti sintomi decisamenti fastidiosi: indebolimento delle difese immunitarie; forte prurito anale; insonnia di notte e successiva sonnolenza di giorno; infezioni micotiche ungueali; gonfiore e gas addominali; allergie; intolleranze alimentari; infezioni vescicali; ansia e depressione; dolori muscolari ed articolari; stitichezza o diarrea. Insomma l’universo biofilm sembra essere veramente vasto e dannoso. Vale la pena di conoscerlo e comprenderlo in maniera più approfondita.
Definizione e caratteristiche di un biofilm
Il biofilm è una matrice extracellulare nella quale proliferano batteri e funghi, per lo più patogeni, capaci di moltiplicarsi sulla superificie della parete intestinale, assolutamente protetti dagli attacchi del sistema immunitario. Il biofilm è un elemento quasi onnipresente: nella placca dentale, nel sangue, nel distretto intestinale, ma anche nell’ambiente esterno come condotti acquiferi, stazioni spaziali, impianti industriali, strumentazioni chirurgiche. Nel dettaglio il biofilm è composto per la maggior parte da acqua (97%);da cellule batteriche (2-5%); da polisaccaridi (1-2%); da proteine (1-2%); da DNA e RNA (1-2%); da ioni. Purtroppo, celandosi all’interno dei biofilm, i batteri acquistano resistenza agli antibiotici a livelli esponenziali, in quanto oltre ad essere protetti, hanno la possibilità in tutta sicurezza di scambiarsi i geni resistenti agli antibiotici. I biofilm dunque sono organismi molto forti, cause primarie di molti tipi di infezioni. Addirittura permettono ai batteri di sopravvivere a lungo termine, anche in assenza di nutrimento. Alcuni numeri parlano chiaro: i microorganismi rimangono in vita per più di un mese dentro un biofilm anche in situazioni di completo digiuno. Dalle ultime analisi mediche effettuate sull’argomento, è emerso che più della metà dei pazienti affetti da colon irritabile presentano biofilm e quindi la quasi certezza che saranno recidivi in tale patologia. Fortunatamente con un recente protocollo all’avanguardia sembra sia possibile rompere il biofilm, permettendo agli antibiotici e quindi alle apposite terapie di sradicare definitivamente l’infezione. Il protocollo in questione si compone di quattro fasi e può richiedere fino a due anni di applicazione. La prima fase contempla la lisi e il distaccamento del biofilm tramite la sua perforazione mediante specifiche sostanze; la seconda fase vede l’aggressione dell’infezione mediante farmaci chimici o omeopatici; la terza fase riguarda la pulizia delle tossine dovute alla morte dei microbi all’interno del biofilm; l’ultima fase consiste del rinforzare
l’intestino dopo tutto il protocollo mediante soprattutto l’assunzione di probiotici, atti a ripristinare la flora batterica.