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Strumenti per disabili da possedere necessariamente in casa

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Quella della disabilità è una condizione che arreca dei problemi non soltanto a coloro che presentano alcune tipologie o condizioni specifiche ma, indirettamente, anche a tutte quelle persone che li circondano.

Naturalmente, non si tratta assolutamente dello stesso tipo di problema e non si possono paragonare situazioni che sono diametralmente opposte, ma non si può non considerare quanto la propria vita debba cambiare se si ha una persona disabile in casa, soprattutto in merito ai comportamenti che dovranno essere adottati e agli strumenti dei quali servirsi.

Ovviamente, per molti non si tratta mai di un fastidio o di un reale problema, per quanto sarà necessario ricalibrare gli spazi, ricostituire la propria quotidianità e acquistare anche un insieme di oggetti utili affinché si possano offrire le migliori condizioni possibili ad una persona disabile; in questo modo, quest’ultima potrà avere una maggiore autonomia e riuscirà anche a non sentirsi eccessivamente un peso, soprattutto all’interno della sua casa.

Ma quali sono gli strumenti più utili di cui servirsi in casa se è presente una persona disabile?

Di seguito, si indica una panoramica specifica in tal senso.

Deambulatore

Se la sedia a rotelle rappresenta uno strumento sicuramente molto utile per spostarsi e riuscire a raggiungere qualsiasi destinazione, dunque non c’è certamente bisogno di ribadire la necessità di acquistarne una, diverso è il discorso relativo ad un deambulatore.

Quando ci si trova in casa, soprattutto se non si presenta una condizione per cui si è costretti alla sedia a rotelle a vita e se si vuole tentare di effettuare qualche passo in libertà, non rischiando di mettere in difficoltà altre persone per strada, il deambulatore rappresenta una soluzione validissima.

Grazie a questo strumento, infatti, sarà possibile spostarsi – anche se con un passo alla volta e senza eccessivo sforzo – da un posto all’altro, per raggiungere il letto, il divano o altri luoghi che possono essere utili per una persona disabile, senza l’intervento di altre persone ma facendosi aiutare da uno strumento che offre tutto il supporto necessario. In questo modo, anche chi presenta disabilità si sentirà maggiormente in grado di proseguire da solo.

Maniglioni per disabili con ventosa

Altro strumento fondamentale, se si presenta una forma di disabilità e si ha la necessità di fare una doccia, è il maniglione con ventosa.

Anche questi strumenti sono utilissimi per rendere la persona disabile indipendente, dal momento che – in molte occasioni – ciò che accompagna la difficile situazione di salute, per queste persone, è l’imbarazzo di essere viste anche in una condizione intima e di nudità.

I maniglioni per disabili a ventosa permettono di risolvere questo problema, offrendo un validissimo supporto affinché si possa evitare di scivolare in doccia; in questo modo, si potrà restituire ad una persona disabile quel meritato momento di privacy e di intimità che tanto merita e per cui può sicuramente evitare di sentirsi imbarazzato.

Montascale

Ultimo strumento per disabili assolutamente importantissimo da possedere all’interno della propria casa è il montascale, che può essere montato anche per persone anziane che fanno fatica a salire le scale ad un certo punto della propria vita; molte case sono sviluppate su più piani, con il piano notte che si trova in alto e con la necessità di salire le scale per andare a dormire o, semplicemente, per riposarsi a letto.

Per una persona disabile o anziana, dunque, è fondamentale servirsi di un montascale, che permetterà di salire comodamente le scale stando semplicemente seduti su una sedia agganciata al corrimano delle scale, che effettuerà il suo movimento in maniera automatica e permetterà di salire le scale in modo assolutamente sicuro e veloce.

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Come perdere massa grassa: i migliori allenamenti da seguire

Dimagrire è un qualcosa che non sempre è semplice. Seguire determinate diete porta alla perdita di peso anche molto velocemente, ma si tratta di risultati che possono trarre in inganno rispetto a quella che è la realtà: perdere peso non equivale a come perdere massa grassa. Molto spesso, seguendo diete dimagranti si perdono, in un primo momento, soltanto liquidi, poi è la volta della massa muscolare che tende sempre più a diminuire e a indebolire l’organismo. Per questo motivo, se si mira a perdere massa grassa c’è bisogno di alternare a una buona alimentazione dei ritmi di allenamento necessari. Quali sono i metodi per perdere massa grassa?

Il senso dell’allenamento: perchè aiuta a perdere massa grassa

Prima di considerare quelli che sono gli allenamenti specifici per perdere massa grassa, è bene tenere a mente il motivo per cui l’allenamento risulta essere necessario e fondamentale. Perdere peso non è l’unico aspetto fondamentale del dimagrimento: in un primo momento, la perdita di peso è molto semplice grazie allo smaltimento di liquidi in eccesso nell’organismo. Perseverdando, però, con le diete dimagranti non affiancate dall’allenamento, si rischia di perdere massa muscolare, dato che perdere massa grassa è molto più difficile.

Non solo: l’allenamento serve a tenere quanto più possibile attivo il metabolismo; grazie a un metabolismo accelerato, bruciare grassi sarà molto più semplice e veloce. Per evitare, infatti, di perdere chilogrammi di massa magra è importante allenarsi: perdere massa magra porta a un rallentamento del metabolismo, che ha conseguenza fondamentale l’allungamento dei tempi di dimagrimento. Ovviamente, al di là dell’azione immediata dell’allenamento, c’è anche da sottolineare l’approccio positivo nella vita dell’organismo: acquisire uno stile e un tenore di vita di cui l’allenamento è parte integrante non può che fare bene. Non c’è da pensare all’allenamento come a un’azione continua e quitidiana nelle palestre: anche recarsi a giorni alterni aiuta organismo e metabolismo.

L’attività aerobica non aiuta a perdere peso

Una delle fasi fondamentali dell’allenamento è quella aerobica. Nelle palestre ci si può allenare con i pesi, ma non bisogna trascurare l’attività aerobica. Essa permette l’allenamento dei gruppi muscolari; talvolta è possibile allenare contemporaneamente piuù gruppi, in modo da rendere più pratico ed efficace l’allenamento. Trazioni, spinte e piegamenti su gambe e braccia portano a una perdita calorica certamente maggiore e – allo stesso tempo – un incremento di forza, equilibrio e coordinazione.

L’allenamento non deve essere troppo prolungato, ma allo stesso tempo sessioni prolungate di circa 20 minuti portano a un’attivazione del ciclo di Krebs, che porta a un aumento di grassi metabolizzati. Tuttavia, non bisogna considerare che fare atività aerobica sia sinonimo di perdita di peso. L’importanza dell’attività aerobica è fondamentale dal punto di vista calorico e per l’organismo ma non ci si dimentichi che il momento in cui l’organismo brucia più grassi è durante il sonno. Alcune ricerche, inoltre, suggeriscono che il metabolismo resta accelerato per 24 ore, dove vengono bruciate calorie e grassi. Nelle 24 ore successive, però, il ritmo diviene molto più basso. Perdere massa grassa non è semplice e considerare di giungere a certi risultati semplicemente sforzandosi in palestra è controproducente.

L’High Intensity Interval Training e il Tabata training

Il modo migliore per perdere massa grassa deriva direttamente da un tipo di allenamento che si è sviluppato e diffuso moltissimo negli ultimi anni: l’High Intensity Interval Training (HIIT). L’allenamento cardiofitness serve ad alternare periodi in cui si compiono esercizi anaerobici e momenti di recupero attivo. I momenti sono brevi ma molto intensi, offerti dall’azione dell’attività fondamentale.

Una variante fondamentale dell’High Intensity Interval Training è il Tabata training. Si tratta di una variante molto diffusa, forse molto più dell’HIIT, che è conosciuta anche come Guerrilla Cardio. 




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Dispepsia cause e forme

Dispepsia cause e forme

Si definisce dispepsia, un disturbo che tende a palesarsi con la percezione di dolore e/o fastidio persistente o ricorrente che si localizza nell’epigastrio, a questo sintomo si associa poi un senso di pienezza ed anoressia, ma si possono riscontrare anche altre manifestazioni caratteristiche quali: gonfiore, sensazione di imbarazzo gastrico, eruttazione, nausea o bruciore di stomaco. Questa digestione difficoltosa può essere avvertita da soggetti in buone condizioni di salute anche se il diturbo è più comune nelle persone affette da patologie dispeptiche, in genere la valutazione dei diversi quadri clinici tiene conto dei sintomi. I fattori eziologici che possono determinare la dispepsia sono diversi, anche se tra le cause più comuni bisogna annoverare: la dieta, il fumo, l’aunzione di farmaci, alcuni disturbi del comportamento alimentare, le malattie mentali, il cancro dello stomaco, l’ulcera peptica. Per altre informazioni si rimanda alla lettura di https://www.pazienti.it/malattie/dispepsia. Continue reading

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Appendicite quadro patologico

Appendicite quadro patologico

Un piccolo organo che fa parte del sistema linfatico come l’appendice può essere coinvolto in una problematica più o meno severa, questo diverticolo che si diparte dal tratto iniziale dell’intestino crasso può infatti andare incontro ad un processo di flogosi che scatena il quadro clinico dell’appendicite; quando l’appendice viene colpita da infiammazione è necessario spesso intervenire con la sua asportazione, il trattamento si accompagna con una terapia antibiotica adeguata, talvolta si avvia la terapia medica e si ricorrere all’intervento solo in caso di sua risposta negativa. L’appendicite si presenta con maggiore frequenza nei soggetti in età giovanile ma si riscontra anche nelle persone adulte, la gravità del quadro clinico rislta essere alquanto variabile visto che si registrano casi lievi ma anche delle forme molto gravi e potenzialmente letali. I sintomi iniziali tipici dell’appendicite acuta comprendono manifestazioni quali: febbre lieve, dolori addominali localizzati intorno all’ombelico, senso di malessere generale; nel giro di 12-24 ore il dolore tende a spostarsi verso il basso localizzandosi a livello della fossa iliaca destra (tra l’ombelico e l’osso dell’anca), in alcuni casi il dolore ha natura particolarmente intensa oppure si associa a disturbi gastrointestinali variabili rappresentati da vomito, scariche diarroiche, alterazioni dell’alvo. Per altre notizie si rimanda alla lettura di http://www.my-personaltrainer.it/salute/appendicite.html. Continue reading

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Mucosectomia endoscopica quando si esegue

Mucosectomia endoscopica quando si esegue

Per asportare gli early cancer che colpiscono il tratto gastro-intestinale si impiega una tecnica di resezione endoscopica della mucosa: la mucosectomia endoscopica (EMR) utile per rimuovere lesioni del tratto gastrointestinale pre-cancerose oppure in stadio iniziale che interessano lo strato più superficiale della parete del tratto gastroenterico. La EMR è indicata in presenza di una lesione neoplastica che non ha invaso la mucosa e quando non vi è il rischio di linfonodi metastatici, quindi rappresenta una procedura adatta per asportare i polipi piatti del tratto gastrointestinale, garantendo un intervento meno invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale, quindi la mucosectomia endoscopica rappresenta una valida alternativa all’intervento chirurgico. I tumori gastrointestinali precoci costituiscono delle neoplasie con localizzazione limitata alla mucosa oppure alla sottomucosa, non infiltranti la muscularis propria, a prescindere dalla presenza di metastasi linfonodali. In ambito medico come trattamento per i tumori precoci del tratto gastrointestinale si ricorre spesso alle tecniche della resezione endoscopica della mucosa e della dissezione endoscopica della sottomucosa (ESD o sottomucosectomia) anche se ancora oggi l’ESD è una tecnica ostica che richiede una certa esperienza. Va precisato che la diagnosi endoscopica dei tumori precoci del tratto gastrointestinale assume un ruolo centrale in quanto la maggioranza di questi tumori è curabile. Per ulteriori letture si rimanda all’articolo http://www.humanitas.it/visite-esami/mucosectomia. Continue reading

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Formazione di un aneurisma dell’aorta addominale

Formazione di un aneurisma dell’aorta addominale

La parete della più grande arteria dell’addome può venir interessata da una dilatazione di tipo patologico che determina la formazione di un aneurisma dell’aorta addominale, con formazione in vari punti, ossia in posizione sottorenale, sovrarenale e pararenale, in prossimità della diramazione che porta alle arterie iliache. Questa condizione patologica è da ascrivere a diversi fattori anche se non è stata individuata la corretta eziologia, tra gli elementi che possono favorire l’insorgenza di un aneurisma addominale possono intervenire di solito fattori quali: ipertensione, invecchiamento, fumo di sigaretta, predisposizione genetica, età avanzata, ipertensione, vasculite, diabete, ipercolesterolemia, sedentarietà, obesità. L’aneurisma dell’aorta addominale è spesso asintomatico, la presenza dei sintomi è legata invece alla grandezza ed alla velocità di crescita dell’aneurisma addominale, nel caso in cui sorgono delle manifestazioni si tratta principalmente della percezione di una sensazione pulsante a livello dell’ombelico, a cui si associa dolore addominale e lombare. I migliori metodi diagnostici sono offerti dalla combinazione dell’esame obiettivo, con un esame di imaging: un’ecografia addominale, una TAC e/o una risonanza magnetica nucleare. Per approfondmenti si rimanda alla lettura di http://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/aneurisma-aortico.html. Continue reading

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Malattia di Hirschsprung come si manifesta

Malattia di Hirschsprung come si manifesta

Una malattia congenita a carico dell’intestino come la malattia di Hirschsprung (megacolon congenito agangliare) si caratterizza per la mancanza del plesso mioenterico e del plesso sottomucoso, parti del canale alimentare a cui spettano la coordinazione dei movimenti peristaltici intestinali. Questa patologia congenita della motilità intestinale determina dei segni di ostruzione intestinale dovuti alla presenza di un segmento aganglionare nella porzione terminale del colon; l’esordio della malattia è alquanto precoce dal momento che i primi segni clinici si evidenziano subito dopo la nascita, con l’ostruzione del tratto gastrointestinale inferiore a causa della mancata evacuazione del meconio nelle prime 48 ore di vita del neonato, a cui si associano altre manifestazioni quali: stipsi, progressiva distensione addominale, vomito, diarrea, dolore addominale. In alcuni casi la malattia di Hirschsprung tende ad evidenziarsi nel corso dell’infanzia con stitichezza grave e ritardo della crescita, talvolta sono correlate altre condizioni patologiche rappresentate da: sindrome neurologica di Waardenburg-Shah, sindrome di Bardet-Biedl, sindrome di Haddad, sindrome di Mowat-Wilson, carcinoma midollare della tiroide, sindrome di Down. Continue reading

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Stenosi pilorica cosa comporta la sindrome

Stenosi pilorica cosa comporta la sindrome

Una sindrome caratteristica che tende a colpire con maggiore incidenza nel corso dell’età pediatrica (tra la terza e la decima settimana di vita) interessando soprattutto i soggetti di sesso maschile è rappresentata dalla stenosi pilorica, un disturbo causato dal restringimento del piloro ovvero della valvola sita tra lo stomaco ed il duodeno. Alla nascita i soggetti non presentano questa anomalia che si sviluppa in seguito per l’intervento di diversi fattori, come ad esempio gli elevati livelli sierici di prostaglandine oppure come conseguenza di un’anomala innervazione muscolare; in genere la sindrome è connessa con l’eccessivo sviluppo della muscolatura che circonda il piloro che determina nel paziente contrazioni e spasmi del piloro che ostacolano il corretto svuotamento dello stomaco. Il tratto caratteristico della problematica è rappresentato dallo sviluppo eccessivo della muscolatura che circonda la parte inferiore dello stomaco (ipertrofica) e provoca un’ostruzione meccanica dello sfintere pilorico, a causa dell’ispessimento delle pareti gastriche si evidenzia l’inibizione del regolare fluire del cibo all’interno del lume determinando una distensione significativa. Continue reading

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La formazione di coproliti

La formazione di coproliti

La stitichezza cronica come anche il rallentamento della motilità intestinale possono determinare la formazione di coproliti dovuti al ristagno nel lume intestinale delle feci nel caso in cui non vengono espulse regolarmente andando incontro all’accumulo di sali inorganici che ne provocano l’indurimento e la calcificazione. La formazione nel lume intestinale di queste masse fecali calcificate rappresenta spesso la manifestazione diretta di alcune patologie di tipo intestinale, colpendo con maggiore frequenza i soggetti anziani che conducono una vita sedentaria. La formazione di coproliti non causa l’insorgenza di disturbi, spesso la loro presenza determina l’insorgenza di alcune complicazioni che possono provocare il verificarsi di quadri patologici quali: l’occlusione intestinale, l’appendicite e la diverticolite. Se la funzionalità intestinale non viene ripristinata, le dimensioni dei coproliti possono aumentare provocando un’occlusione intestinale che a sua volta può causare eventuali conseguenze; se invece le masse fecali calcificate si accumulano in sede appendicolare possono causare l’infiammazione dell’appendice vermiforme; inoltre i coproliti possono ammassarsi a livello di uno o più diverticoli patologici causando un processo di flogosi oppure un focus infettivo (diverticolite). Continue reading

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Sindrome di Gardner: sintomi e trattamenti

Sindrome di Gardner: sintomi e trattamenti

Nell’elenco delle rare malattie genetiche si identifica nella sindrome di Gardner una rara malattia ereditaria che può manifestarsi a qualunque età, colpendo i soggetti sia nel corso della prima infanzia che dopo la settima decade di età, dal punto di vista delle manifestazioni cliniche più caratteristiche si evidenzia l’associazione di poliposi intestinale, anomalie della dentizione, anomalia nello sviluppo delle ossa craniche. Lo sviluppo di questa triade di sintomi è dovuta ad una mutazione genetica a carico del gene APC (Adenomatous Polyposis Coli), che risulta implicato anche nella poliposi intestinale familiare e nella genesi del quadro patologico del cancro al colon. Questa mlattia autosomica dominante vede nella formazione della poliposi multipla  il principale segno clinico a destare proccupazione in quanto si può andare incontro a degenerazione maligna,: i polipi presenti nell’intestino crasso possono proliferare ed acquisire natura maligna, soprattutto nel corso dell’adolescenza si registrano le possibili trasformazioni dei polipi in carcinoma; il paziente colpito da sindrome di Gardner può anche sviluppare fibromi e lipomi sottocutanei, esostosi ed osteomi delle ossa del cranio e della faccia e cisti epidermiche da inclusione. Continue reading

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